Il tasso fisso

Una delle scelte fondamentali che deve affrontare il mutuatario riguarda il tasso di interesse con cui vengono definite le rate periodiche. Vediamo oggi di approfondire il concetto di tasso fisso.

tasso fisso

I mutui a tasso fisso sono mutui il cui tasso di interesse viene fissato al momento della stipula davanti al notaio e non cambia mai per tutta la durata del piano di ammortamento. Il tasso fisso deriva dalla somma del parametro di mercato IRS (Interest Rate Swap) e dello spread (il margine di profitto della banca, con il quale copre anche le spese di gestione della struttura e della pratica stessa e i rischi dell’operazione) ma può anche essere segnalato come tasso fisso “finito” (già computato come somma di IRS e spread). L’indice di riferimento IRS è pari alla durata del mutuo: ad esempio se il mutuo ha durata vent’anni, il parametro è IRS 20 anni. Viene presa a riferimento la quotazione del parametro IRS del giorno di stipula del mutuo. Le quotazioni sono pubblicate ogni giorno sui principali quotidiani economici.

I vantaggi del mutuo a tasso fisso sono legati alla certezza dell’importo della rata nel tempo. Il mutuatario, quindi, conosce fin da subito l’esborso mensile e può controllare facilmente se la rata addebitata dalla banca è corretta. Dall’altro lato, in questo modo, il cliente non può trarre vantaggio da eventuali riduzioni dei tassi di mercato.

Dopo il febbraio 2007, l’abolizione delle penali di estinzione anticipata dei mutui stipulati disposta dal decreto Bersani e, soprattutto, la possibilità di procedere alla surroga hanno dato un vantaggio al mutuo a tasso fisso: se i tassi dovessero scendere sarebbe più facile e meno costoso stipulare un nuovo contratto di mutuo ad un tasso più basso.

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