Nel momento in cui si decide di acquistare una casa nuova, molto spesso, si prende in considerazione anche l’eventualità di accendere un mutuo. Dopo le domande di rito – in quale zona acquistare? quanti locali? casa indipendente o appartamento in condominio? – emerge, infatti, per tutti il tema fondamentale e cioè il prezzo.
Se si desidera acquistare un appartamento nuovo o ristrutturare una casa di cui si è già proprietari, il ricorso al mutuo è diventato per molti un fattore ineluttabile. Nella stragrande maggioranza dei casi, questa operazione consente di coprire un importo vicino ai tre quarti delle spese complessive. Di durata variabile (di solito dai cinque ai trent’anni), i mutui offerti da diverse banche si differenziano soprattutto per il tasso di interesse:
- fisso per chi lo vuole mantenere invariato per tutta la validità del prestito;
- variabile per chi accetta un minimo rischio sperando che l’evoluzione dei tassi di riferimento permetta un risparmio futuro;
- misto per gli indecisi che preferiscono sistematicamente riconsiderare la decisione iniziale.
Tassi di interesse ai minimi storici e graduale calo dei prezzi degli immobili fanno ritenere che sia il momento opportuno per accendere un mutuo. E da quanto emerge dagli ultimi dati diffusi in questi giorni dall’Abi, un grande aiuto è dato dal Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa: tra febbraio e maggio 2015 sono stati concessi mutui garantiti per 30 milioni di euro, mentre altri 82 milioni sono in fase di erogazione. I dati sono quindi promettenti e sembrano comprovare la validità delle agevolazioni studiate per le giovani coppie e per i giovani dipendenti con contratto atipico: il 53% dei mutui concessi con la garanzia del Fondo hanno infatti interessato la fascia di età fino ai 35 anni mentre un altro 23% quella fino ai 45 anni.
Per poter accedere al Fondo occorre documentare di non essere proprietari di altri immobili ad uso abitativo, esclusi gli immobili ereditati o in uso a titolo gratuito a genitori e/o fratelli. La richiesta può essere stampata dal sito del Dipartimento del Tesoro, compilata e portata a una delle banche aderenti (circa 130, il 60% dell’intero comparto bancario).