Nel settore RC Auto esistono diverse tipologie di tariffe: quella fissa, quella con franchigia e la cosiddetta bonus/malus. Poi abbiamo la tariffa a tempo e quella chilometrica. Vediamo di approfondire e capire come funzionano.
La tariffa fissa è quella meno utilizzata in quanto viene applicata solo a moto e autovetture storiche, purché iscritte in appositi registri, imbarcazioni, flotte, autobus e camion. Viene calcolata sulla base delle caratteristiche del veicolo da assicurare (come ad esempio la cilindrata, la marca, il modello, l’anno di immatricolazione) e del suo proprietario (come ad esempio la provincia di residenza). La dicitura “fissa” non significa che la tariffa non cambia mai, ma solo che i cambiamenti non hanno alcun collegamento con i comportamenti di guida dell’assicurato. In parole povere, la variazione del premio non cambia né in presenza di decine di sinistri né, al contrario, in assenza di incidenti. Il passaggio da questa tariffa alla bonus/malus può essere penalizzante. Esiste anche la tariffa fissa con pejus: in questo caso viene applicata una percentuale di maggiorazione alla tariffa fissa, in base al numero dei sinistri causati (solitamente del 15% nel caso di due sinistri e del 25% quando sono più di tre). E’ una polizza destinata prevalentemente ai trasporti di cose per “usi speciali”.
La tariffa con franchigia prevede che in caso di incidente l’assicurato responsabile del sinistro rimborsi alla compagnia una quota, stabilita dal contratto, di quanto pagato al danneggiato. Originariamente prevedeva che non ci fosse alcuna variazione in relazione al numero di sinistri provocati dall’assicurato, ma nella realtà sono molte le formule che nella determinazione del premio tengono conto degli eventuali incidenti causati. Si tratta di una tipologia di assicurazione economica ma poco diffusa, soprattutto tra gli autocarri. Questo perché le compagnie assicurative hanno difficoltà a recuperare dai propri assicurati gli importi di franchigia. Gli assicuratori possono individuare delle forme di garanzia che consentano loro di recuperare le franchigie, senza costi per il cliente e garantendo al consumatore un premio inferiore a quello che sarebbe stato applicato in assenza di franchigia con recupero garantito. Si tratta di clausole poco utilizzate. Per incoraggiare gli assicurati a rimborsare gli importi delle franchigie, la legge 273/2002 ha introdotto l’obbligo di annotare nell’attestato di rischio le eventuali franchigie non pagate, oltre al numero di sinistri causati.
La tariffa Bonus/Malus è la forma più diffusa per le Autovetture e i Motocicli. Prevede che l’ammontare del premio venga calcolato anche in base ai sinistri dovuti alla responsabilità del conducente del veicolo assicurato e cioè dal numero di incidenti per cui l’assicuratore ha dovuto risarcire i danni. Il sistema prevede 18 classi di merito universali; in linea generale diciamo che se l’assicurato risulta totalmente responsabile di un sinistro perde due classi di merito. Approfondiremo in un altro articolo la questione delle classi di merito.
Esiste inoltre la Bonus Malus con Franchigia: nel caso l’importo del danno rimborsato sia inferiore o uguale alla Franchigia, non viene applicato l’aumento di 2 classi e il sinistro non viene riportato sull’attestato di rischio.
Alcune compagnie prevedono, per coloro che usano poco l’auto, un tipo di polizza in cui il premio viene calcolato, in tutto o in parte, in funzione del tempo di effettivo utilizzo o dei chilometri percorsi. Per le polizze a tempo, in occasione di ogni utilizzo l’assicurato deve avvertire preventivamente la compagnia (via telefono, internet, sms, oppure via satellite). Generalmente, sono previste delle franchigie e delle rivalse in caso di incidente causato senza avere avvertito la compagnia dell’utilizzo dell’auto. Per le polizze chilometriche, invece, il calcolo dei chilometri percorsi avviene tramite sistemi satellitari che spesso hanno un costo di noleggio. Superato il limite di percorrenza stabilito dal contratto, la compagnia può richiedere un premio integrativo.