Mutui per giovani e precari

I giovani in Italia hanno grandi difficoltà ad accedere alle offerte di mutui presenti sul mercato. I problemi si acuiscono maggiormente in presenza di lavori non a tempo indeterminato. Nella maggior parte dei casi è necessario avere la garanzia aggiuntiva di un fideiussore: solitamente questo significa la firma della mamma e del papà sul contratto di mutuo. Dal 2011 però esiste il fondo di garanzia per i giovani precari. Vediamo di cosa si tratta.

mutuo

Il “Fondo di garanzia per la prima casa”, istituito presso il Ministero dell’economia e finanze – Dipartimento del Tesoro, soggetto attuatore dell’iniziativa, è stato modificato a fine 2013 con la firma di un nuovo Protocollo d’Intesa tra Abi (Associazione bancaria italiana) e Ministero delle Pari Opportunità/Gioventù. Il Fondo di garanzia statale è gestito da Consap e le banche che desiderano offrire questa opportunità ai propri clienti devono firmare apposite convenzioni con il Ministero secondo il Protocollo di Intesa. Nella prima versione (2011) il Fondo aveva in dotazione 50 milioni di euro ma è stato un vero insuccesso: appena nove finanziamenti sono stati, infatti, erogati secondo la Convenzione e solo 1 milione di euro è stato impegnato. Ora le cose sono cambiate anche se il meccanismo è ancora un po’ fumoso. Sono stati stanziati 70 milioni di euro per il 2014 e altrettanti per il 2015.

Il Fondo, destinato alle giovani coppie (in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni); ai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori; ai giovani di età inferiore ai trentacinque anni titolari di un rapporto di lavoro atipico; ai conduttori di alloggi di proprietà degli IACP, comunque denominati.
Il capitale richiesto non può superare i 250mila euro e l’immobile per cui si richiede il mutuo non deve essere di lusso e deve essere adibito ad abitazione principale.
Le condizioni per gli istituti di credito sono ora molto favorevoli: infatti dalla fine del 2013, il governo Letta ha cambiato le regole del Fondo a favore delle banche permettendo loro di applicare anche a questi finanziamenti, in cui non corrono alcun rischio in quanto garantiti dai soldi pubblici, il tasso di mercato (spread non superiore al tasso effettivo globale medio sui mutui, pubblicato trimestralmente dal ministero dell’Economia) e non un tasso agevolato come avveniva prima (lo spread doveva essere al massimo dell’1,5%, la metà di quello medio applicato sul mercato). Si tratta quindi di mutui che seguono le condizioni di mercato e che, al limite, non prevedono il pagamento dell’istruttoria.
L procedure prevedono che gli istituti aderenti al Fondo di garanzia non possono richiedere ai mutuatari garanzie aggiuntive oltre all’ipoteca sull’immobile. Inoltre prevedono che se sono passati 90 giorni dalla scadenza della rata e il mutuatario non paga in tutto o in parte, allora su richiesta della banca interviene il Fondo. La garanzia del Fondo è pari al massimo al 50% della quota capitale del mutuo.

Il Fondo interviene a garanzia dei mutui erogati da banche e finanziarie che abbiano stipulato con il Ministero delle Politiche Sociali apposite convenzioni, sulla base di uno specifico Protocollo di Intesa. Quindi, non tutte le banche erogano mutui garantiti dal Fondo, ma solo quelle che hanno siglato la convenzione. Ad oggi hanno aderito 142 istituti di credito (più del 60% del mondo bancario). L’elenco degli istituti aderenti si può trovare alla pagina web del Consap http://www.consap.it/$ConsapResources/documenti/fondi-e-attivita/fondo-per-la-casa/elenco-banche-aderenti.pdf .

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